Santa Visita della Colonia di San Ferdinando
luogo dell'Arcidiocesi di Trani
12-14 maggio 1859

Sua Eccellenza Rev.ma Monsignor Giuseppe Di Bianchi Dottola, Arcivescovo di Trani, Nazaret, Salpi, Canne ed Amministratore perpetuo della sede Vescovile di Bisceglie, stante in Santa Visita in Casaltrinità, il giorno 12 maggio alle ore pomeridiane muoveva per la Colonia di San Ferdinando accompagnato dal Vicario Foraneo di Casaltrinità Monsignor Gaetano Labianca.
È questo Comune una nuova Colonia stabilita dal Re Ferdinando II della dinastia dei Borboni in settembre 1847 a tre miglia verso Sud di Casaltrinità, sopra aperte ed amene colline. Vi facevano emigrare dalle Reali Saline 239 famiglie, in circa duemila individui, assegnando loro un vasto territorio, che ben si presta a sudori di coltivatori in ogni genere di coltivazione, ed in specie a quella della vite dando squisito vino.
La situazione è ridente, circostante alla pianura di Casaltrinità ed al contiguo Mare Adriatico il quale rallegra la vista, guardandosi come da una loggiata.
Il Camposanto, posto al Sud-Ovest al pendio della più alta collina, compie il paesaggio il più incantevole e ispira l'idea dell'immortalità delle anime di quei corpi che ivi in pace riposano.
L'aria è salubre, restituisce la sanità agli infermi e dà vigore a quella nascente popolazione. La nuova generazione è robusta, leggera e svelta di mente, la quale cresce come la famiglia di Giacobbe in Egitto.
Posti a bilancio i morti coi nati del 1858, trovansi i secondi superanti i primi in numero di 86.
Regolare è il fabbricato, essendo le strade lunghe, dritte, larghe, il che influisce alla conservazione della purità dell'aria tanto necessaria alla economia animale.
Questa Colonia forma una delle più sollecite cure del Re Ferdinando II. Sin dal suo stabilimento il munificentissimo Sovrano largiva ingenti somme dirette alla costruzione delle case, a stabilirsi un Monte Frumentario per la seminagione dei terreni, un Monte di Sovvenzione.
In Gennaio di quest'anno, venendo nelle Puglie, a ricevere l'augusta sposa del Real Principe Ereditario suo figlio, Sofia Duchessa di Baviera, deviando dalla via consolare che da Cerignola mena a Canosa, quasi involandosi agli amorosi sguardi delle accorrenti popolazioni, recavisi nella diletta Colonia di San Ferdinando, e come padre in mezzo ai figli, accompagnava Sua Maestà la Regina ed i Reali Principi, camminava a piedi per le strade, entrava nelle povere capanne al fine di osservare coi suoi occhi lo stato di loro agiatezza, riceveva le loro suppliche, interveniva per ascoltare e vedere i loro bisogni e prontamente decretava di assegnarsi il fondo di ducati quattordicimila per la costruzione di nuovi casamenti, comprarsi a spese del Governo la estesa tenuta del Pastore Faraglia ed assegnarsi agli individui della Colonia, terminarsi al più presto la strada nuova che da S. Ferdinando mena a Casaltrinità, ed aprirsi un'altra di comunicazione da San Ferdinando al Ponte di Canosa.
Mercé la situazione di questa nuova Colonia nel mezzo di una strada di grande commercio tra Cerignola e Barletta, la salubrità dell'aria, la fertilità del suolo, l'affluenza degli immigrati, gli incoraggiamenti Sovrani, giova sperare, e spero non sarà bugiardo il vaticinio, che alla fine del corrente secolo San Ferdinando sarà vasta e grande città.
Al suo primo arrivo in San Ferdinando Sua Eccellenza Rev.ma Monsignor Arcivescovo, ricevuto in chiesa, dopo la benedizione del SS. Sacramento, eloquiava al popolo spiegando l'oggetto di sua pastorale venuta, la Santa Visita, ed i frutti che trarre dovevansi dalla medesima. Poi intervenne commovendo il popolo a versare calde lacrime sulla salute pericolante del Re Nostro Signore ed a porgere vive ed animate preghiere all’Altissimo a pro di un Sovrano ormai sperimentato Padre e Benefattore. 

L’indomani giorno 13 visitava la Chiesa, unica ancora nella Colonia, e trovava il tutto regolare.
Amministrava il Sacramento della Confermazione ai fanciulli. Nelle ore pomeridiane esaminava i fanciulli e le fanciulle nella dottrina cristiana, e sino al tramonto del sole trattenevasi in istruzione catechistica al popolo, chiudendo con la benedizione del SS. Sacramento e pregava Dio per la salute del Sovrano.
La mattina del 14 amministrava la cresima alle fanciulle dopo aver celebrato e fatto la comunione generale al popolo. Visitava il Camposanto, accompagnato dalla moltitudine, e dopo l’assoluzione e i suffragi in favore delle anime dei trapassati, faceva ritorno in mezzo a cori di cantanti lodi a Maria Santissima.
Visitava gli infermi e li confortava con sante parole piene di unzione. Entrava nelle case dei poveri, i quali piangevano di tenerezza, ed ammiravano il Pastore come la persona di Gesù Cristo, il quale Pastore alla guisa del Divino Maestro amava in preferenza gli umili e i piccoli.
Alle ore pomeridiane di questo giorno si partiva tra i singulti di tutti lasciando di sé memoria di cristiana carità.
Non è da omettersi che durante la dimora di Sua Eccellenza Rev.ma Monsignor Arcivescovo in San Ferdinando cadeva dal cielo abbondantissima pioggia che si ritenne come celeste benedizione al preciso bisogno che se ne aveva a ravvivare le ardenti campagne, ad assicurare un fertilissimo raccolto di cereali.

San Ferdinando, lì 14 maggio 1859

Mons. Labianca, vicario foraneo

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