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Enciclica "Fratelli Tutti"

VT IT ART 41673 enciclica laudato si

Lettera Apostolica

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PROFILO BIOGRAFICO
DI MONS. CAN. DON GIUSEPPE GALLO
mons Gallo

 

1) CURRICULUM VITAE


Il 7 ottobre 1908 si uniscono in matrimonio Gallo Francesco, musicista e Maccagnani Carmela, casalinga. Dalla loro unione nasceranno tre figli: Giuseppe, Vladimiro e Giovanni.


GALLO Giuseppe, primogenito nasce a Barletta (BA) il 2 gennaio 1911.
Riceve il sacramento del battesimo nella parrocchia S. Sepolcro in Barletta il 15 gennaio 1911 e quello della cresima il 29 agosto 1923.


Il 6 ottobre 1924, all’età di tredici anni, dopo aver frequentato la seconda classe dell’Istituto Tecnico Pareggiato di Barletta, entra nel seminario vescovile di Bisceglie per gli studi ginnasiali e avviarsi al sacerdozio.


Compie gli studi filosofici e teologici nel Pontificio Seminario Regionale di Molfetta. Viene ordinato sacerdote il 19 agosto 1934 e destinato come educatore nel Seminario minore di Bisceglie. È poi destinato come vicario parrocchiale nella sua Barletta. Si iscrive alla Facoltà di Diritto canonico presso la Pontificia Università Lateranense; ma nel 1942 interrompe gli studi per mobilitazione militare: viene destinato in Albania e Grecia come Cappellano militare nel 526 O. C. della Divisione “Acqui”.


Il 14 settembre 1944 viene deportato nei campi di concentramento della Germania come prigioniero di guerra; qui presta assistenza ai soldati italiani addetti alle miniere. Il 26 luglio rientra in Patria insieme ad altri reduci.


Nell’ottobre del 1946, resasi vacante l’unica parrocchia, allora, di S. Ferdinando di P., a causa del decesso di Mons. Raffaele Lopez, don Gallo viene nominato parroco, dopo aver superato il relativo concorso, come previsto dalle norme canoniche del tempo.


A San Ferdinando di P. don Peppino rimane per ben vent’anni. Durante questo periodo effuse il massimo delle sue energie sacerdotali fra non poche incomprensioni ma fra non altrettante poche soddisfazioni per le ardue imprese e realizzazioni effettuate, prima fra tutte la costruzione della nuova Chiesa parrocchiale.


Nel 1956 consegue il Diploma “Magna cum laude” in Teologia Pastorale presso l’Università Lateranense.


Il 1° novembre 1966 viene chiamato a Trani (BA) a dirigere l’Ufficio Catechistico Interdiocesano, dove svolge un’intensa attività per il rinnovamento della catechesi alla luce dei nuovi orientamenti conciliari. Nello stesso tempo gli viene affidato l’incarico di Cappellano della Casa Penale Femminile di Trani (BA) e nominato Canonico Teologo della Cattedrale.


Il 1° ottobre 1976 fonda e avvia l’Istituto di Scienze Religiose, riconosciuto tre anni dopo dalla Pontificia Facoltà dell’Italia Meridionale, che presiede fino al 1986.
Ancora una volta, attraverso questa iniziativa, si mostra pioniere nell’attuare le indicazioni conciliari circa la formazione teologica del laicato cattolico.


Il 1979 viene nominato Vicario Episcopale per la Evangelizzazione e la catechesi.


Nella mattinata del 3 aprile 1987 si spegne tragicamente a seguito di un incidente stradale automobilistico.

 

 

2) LA FIGURA E L’OPERA DI MONS. GIUSEPPE GALLO A SAN FERDINANDO DI PUGLIA (FG)


Mons. Giuseppe Gallo visse la sua vita di uomo e di sacerdote con coerenza umana ed evangelica, senza mezzi termini. È stato un uomo dall’animo mobilissimo, dal coraggio profetico, dalla vita semplice protesa verso la perfezione in forza del suo ministero esercitato con disponibilità e passione. Donazione completa di sé e fiducia totale in Dio furono tra le note dominanti della sua vita. Seppe affrontare, senza ripiegamenti, le sfide delle trasformazioni in atto nella società del suo tempo.

 

Rifuggiva da qualsiasi adulazione, dotato di ardore apostolico, di creativo e previdente intuito pastorale, nonché di acribia intellettuale. Poteva persino apparire strano e avventuriero nelle sue iniziative pastorali ed invece non era che precursore, soprattutto nell’anticipare la stagione di rinnovamento ecclesiale inaugurata dal Concilio Ecumenico Vaticano II.

 

Si è distinto in S. Ferdinando di P. (FG) per il suo lungo ed esemplare ministero di parroco dal 1946 al 1966 nella parrocchia San Ferdinando Re che egli fece ricostruire, giacché la precedente sede parrocchiale fu dichiarata inagibile e pericolante dalle Autorità comunali e con un’ordinanza sindacale, prima del 19 aprile 1947 e successivamente del 12 gennaio 1948, se ne disponeva la chiusura.


La vecchia Chiesa parrocchiale venne demolita nel 1949 e da quel momento don Gallo dovette far fronte a non pochi sacrifici per costruire la nuova Chiesa.
Furono tante le difficoltà ed enormi gli ostacoli. Ma con la sua tenacia e con la collaborazione di laici preparati e disponibili – fu istituito all’uopo un Comitato pro erigenda Chiesa - riuscì ad offrire alla comunità cristiana la nuova sede parrocchiale, aperta al culto il 20 gennaio 1963, dopo lunghi anni di disagio e traversie.


La nuova Chiesa diede un forte impulso allo zelo pastorale di don Gallo.
Notevole fu l’impegno profuso nell’attività formativa dei ragazzi, dei giovani e degli adulti. Dotato di solida e profonda preparazione culturale e di intelligenza dinamica e creativa, nonché di vis polemica affatto sterile, don Gallo si distinse soprattutto per la sua capacità innovativa nel campo delle attività pastorali, fino a precorrere le istanze conciliari sia in ambito liturgico che catechistico. Di non poca rilevanza è stato il suo impegno, costatatogli non pochi dispiaceri, nell’ambito della purificazione della religiosità popolare, orientandola a una fede sempre più nutrita di Parola di Dio e Sacramenti.


Di indole apparentemente aspra, don Peppino – come amavano chiamarlo - si distingueva per una generosità smisurata e per una tenerezza di fanciullo. Infatti non c’era volta che non si commuovesse durante la celebrazione della S. Messa. Si mostrò particolarmente sollecito nei confronti dei più deboli e bisognosi, soprattutto in quegli anni postbellici in cui si trovò ad operare. Affatto attaccato ai beni materiali, visse nella semplicità evangelica. Non poche ragazze appartenenti a famiglie poco abbienti arrivarono al matrimonio grazie alla premura paterna di don Gallo che provvedeva alla loro dote.


A motivo della vis polemica che lo caratterizzava seppe essere sempre all’altezza delle sfide del suo tempo e partecipò vivacemente al confronto politicoideologico degli anni difficili del dopo guerra. Figura autorevole e al contempo discussa, per la sua forte personalità che si “imponeva” al di là delle sue stesse intenzioni, non rare volte seppe prendere posizioni chiare ed energiche, senza però mai cadere nella faziosità e senza indulgere alla conflittualità esasperata.


Al di là di tutto, don Peppino fu punto di riferimento sapiente e sicuro per molti, in un contesto civile, sociale e religioso attraversato da incertezze e paure verso un futuro popolato di fantasmi che agitavano gli animi, e di scoraggiamento nei confronti di un presente segnato dalla dura miseria provocata dal conflitto mondiale appena finito, ma da un grande desiderio di non cedere alla rassegnazione.


Il ricordo di don Gallo a distanza di anni è ancora molto vivo nel cuore e nella mente di molti. Nella sia pur breve storia di San Ferdinando di P., egli rimane una delle poche figure sacerdotali significative ad aver lasciato una traccia così indelebile nella memoria di tutti.


Pertanto, don Gallo merita di riposare per sempre nella “sua” Chiesa

  • per le sue preclare virtù umane e sacerdotali;
  • per essere stato il promotore della nuova e funzionale Chiesa parrocchiale, non senza mortificazione e sacrifici dando esempio di instancabile laboriosità e generosità;
  • per la sua opera infaticabile e generosa profusa a favore di tante generazioni nell’arco della sua ventennale attività pastorale;
  • per il suo spirito ricco e audace di iniziative e di intraprendenza nell’apostolato;
  • per la sua profonda e appassionata sensibilità per la promozione umana, cristiana, sociale e culturale del gregge lui affidato;
  • per aver saputo fronteggiare le emergenze sociali e politiche cui vennero a trovarsi le popolazioni dell’Italia del dopo guerra;
  • per aver servito con ferma dedizione e convinzione e con totale disinteresse, in una obbedienza creativa e senza riserve, la Chiesa del Signore e la causa del suo Regno.


Per questi motivi la comunità parrocchiale desidera accogliere le sue spoglie mortali nel luogo che lo ha visto animatore instancabile di vita cristiana, per serbargli grato ricordo e imperitura venerazione.

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