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Enciclica "Fratelli Tutti"

VT IT ART 41673 enciclica laudato si

Lettera Apostolica

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PARROCCHIA, FAMIGLIA E GIOVANI: INSIEME PER COLTIVARE I SOGNI DI DIO
Orientamenti pastorali 2001-2002

 

LA PAROLA CHE SALVA

"Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona;
i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri giovani avranno visioni
e i vostri anziani faranno dei sogni" (Gioele 3,1; At 2,17)

 

LE PAROLE CHE ORIENTANO

"La proposta di Cristo va fatta a tutti con fiducia. Ci si rivolgerà agli adulti, alle famiglie, ai giovani, ai bambini, senza mai nascondere le esigenze più radicali del messaggio evangelico, ma venendo incontro alle esigenze di ciascuno quanto a sensibilità e linguaggio, secondo l'esempio di Paolo, il quale affermava: « Mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno » (1 Cor 9,22). Nel raccomandare tutto questo, penso in particolare alla pastorale giovanile" (GIOVANNI PAOLO II, Novo millennio ineunte, 40).

"Ci pare opportuno chiedere per gli anni a venire un'attenzione particolare ai giovani e alla famiglia. Questo è l'impegno che affidiamo e raccomandiamo alla comunità cristiana (CEI, Comunicare il vangelo in un mondo che cambia, 51)

"Curare la pastorale giovanile coinvolgendo la famiglia" (GIOVAN BATTISTA PICHIERRI, La parrocchia cellula e soggetto pastorale, 31)

 

 

LA VITA CHE PARLA
Zoom sui giovani

 

Carissimi,

nell'accogliere le suggestioni che ci vengono dalla Parola di Dio e da coloro che hanno il ministero della guida nella Chiesa, il Sommo Pontefice e i nostri Pastori, è nostro intento lungo questo anno pastorale avere una particolare sollecitudine per la famiglia e l'universo giovanile per fare insieme la strada incontro al nostro Maestro, Gesù Signore.


Per meglio raffigurarci il pianeta giovani vogliamo cominciare con uno sguardo in profondità sul variegato mondo giovanile. Siam ben consci dei pericoli insiti nel voler descrivere, come in una fotografia, il complesso arcipelago giovanile. Spesso, infatti, si pensa agli adolescenti e ai giovani con i pregiudizi del mondo adulto, utilizzando una serie di luoghi comuni e preconcetti, viziati da pericolose etichette e generalizzazioni, difficilmente contestabili perché accolti acriticamente dalla maggioranza senza possibilità di discussioni.

Sarà vero, dunque, che i giovani non credono più a niente? che sono interiormente "vuoti", acritici, annoiati e privi di progettualità? che sono facili prede della cultura dello "sballo", del narcisismo, del conformismo e del consumismo? che esiste un disagio giovanile, che spesso sfocia nella devianza? Se tutto ciò è vero e non è frutto di esagerazioni pregiudiziali, il mondo adulto avrà pure un ruolo nel determinare le condizioni che provocano le situazioni di disagio stigmatizzate. Il desiderio sfrenato del consumo, l'edonismo, il relativismo diffuso, non dimorano forse nel cuore di tutti? non sono forse atteggiamenti trasversali alle generazioni?
C'è in tutti una sete smodata di felicità: l'uomo contemporaneo vuole essere felice;
però concepisce troppo tale felicità in termini quantitativi di cose immediate.


Ma se è vero che nella nostra cultura si celano tutte queste piante velenose, non è men vero che ogni pianta velenosa contiene il suo antidoto. Altrimenti morirebbe a causa di se stessa. Tutte queste tossine non conterranno piuttosto un antidoto che potrebbe rivelarsi un' opportunità di grazia per l'attecchimento del buon seme del Regno di Dio?
Non comportiamoci da profeti di sventura ma lasciamoci interpellare dalle domande che salgono dal cuore dei giovani attraverso la ripresa di un autentico dialogo tra le generazioni che potrebbe rivelarsi quanto mai fecondo per una nuova stagione ecclesiale delle nostre comunità cristiane.

 

 

DALLE PAROLE ALLA VITA
Una scommessa tra generazioni

 

VEDERE

Guardiamo più da vicino la realtà giovanile della nostra comunità parrocchiale. Non tutto è bene. Assistiamo a un processo fisiologico di distacco dei giovani-adulti (25-30 anni) dalla parrocchia. Si riscontra un'assenza di giovani d'età compresa tra i 18 e i 25 anni, alle cui cause è necessario risalire per elaborare progetti operativi adeguati.


Si ha l'impressione di trovarsi di fronte a giovani non più animati da fortezza evangelica, che non sanno reagire a ogni seduzione, troppo inclini a vivere da "gregari" in una società che appiattisce e mina la vera libertà; incapaci di spendersi per una "misura alta" della vita, anche se non mancano esempi di giovani disponibili a percorrere la via della carità e del servizio nel volontariato.
Non possiamo però tacere il fatto che molti cristiani adulti risultano spesso più o meno "omologati" alla mentalità e ai giudizi del "mondo". Il modo di agire dei cristiani adulti spesso non è quello delle beatitudini e di coloro che vivono il discepolato e la sequela di Gesù, ma appare come "fagocitato" dal costume dominante.


Scaturisce un impegno ineludibile per tutti – giovani e adulti – di vivere la sfida di una fede che deve manifestarsi nella novità e nell'originalità del vivere cristiano, capace di gridare al mondo che il messaggio di Gesù è prima di tutto una promessa di felicità.
Il più serio problema missionario che abbiamo riguarda anzitutto i giovani "lontani", coloro che vivono al di là dell'area protetta dei perimetri parrocchiali.

Comunicare con loro, ascoltare i loro bisogni, le loro domande inespresse è la sfida delle sfide.

 

COMPRENDERE

Avvertiamo tutti la difficoltà di comunicare valori profondi, di consegnare ideali grandi ai giovani, soprattutto in un contesto sociale in cui la famiglia sembra avere ormai un ruolo educativo residuale. Ancor più grande è l'incapacità di comunicare la propria esperienza di fede. Ma è qui che si gioca la nostra credibilità di adulti nei confronti dei giovani e di chiunque: fin dove noi siamo cristiani, ossia fin dove crediamo in Gesù Cristo presente fra noi e per noi?


Sappiamo che ormai per molti dei nostri contemporanei e per gli stessi giovani Cristo è uno fra i grandi nella galleria dei grandi della storia e dell'umanità appartenente a un passato ormai lontano e che non esercita più alcun fascino. Sono altre le realtà che gratificano le giovani generazioni, sono quelle realtà che solleticano le corde delle emozioni, delle sensazioni. Le attese più vere e più profonde sembrano demandate tutte al soddisfacimento del piacere, inteso come un insopprimibile desiderio di vivere, che, non rare volte, come fiume in piena, rompe ogni argine e si muta in uno scialo di morte.


È urgente pertanto raccogliere la sfida educativa che viene dal mondo giovanile con la disposizione ad offrire non soltanto il dono della nostra intelligenza e apertura di cuore, ma soprattutto a consacrare del tempo in un servizio di "accompagnamento" esistenziale dei giovani nella ferialità della loro vita, attraverso la formazione di animatori profondamente motivati e competenti, e soprattutto preoccupati di dire Gesù e il suo Vangelo.

 

AGIRE

La nostra comunità parrocchiale vuol riconoscere nei giovani un talento che il Signore ci ha messo nelle mani perché lo facciamo fruttificare. Si deve scommettere sull'insegnamento e la trasmissione del gusto per la preghiera e la liturgia, sull'attenzione alla vita interiore e la capacità di leggere il mondo attraverso la riflessione e sul dialogo con ogni persona che incontrano. Tale scommessa sarà vinta se sapremo trasmettere alle nuove generazioni l'amore per l'ascolto perseverante della parola di Dio.


Incontrare Cristo per il giovane sarà un'esperienza avvincente che lo condurrà alla frequentazione del Maestro di Nazaret, nell'ascolto della sua parola, nella preghiera, in una assidua vita sacramentale, nutrita di Eucarestia e riconciliazione, nella capacità di lavorare su se stesso attraverso l'arte della lotta spirituale.


Con le famiglie e i giovani dobbiamo inaugurare i laboratori della fede, in cui le esperienze forti di sequela cristiana potranno congiungersi con i cammini ordinari della vita: studio, avvio al lavoro e alle scelte vocazionali, impegno nella comunità civile. I giovani, infatti, col loro desiderio di autenticità, sono disposti a investire con generosità energie quando avvertono che quanto stanno facendo ha senso.


Dio Padre, che ci chiama a questa missione tanto ardua quanto esaltante, ci doni il coraggio di forzare l'aurora insieme ai giovani, sentinelle del mattino, per additare a tutti orizzonti inediti di felicità. Maria, grembo della promessa di Dio, contagi le nostre vite della sua stessa docilità allo Spirito per accogliere Cristo, sole di giustizia che viene a visitarci dall'alto.

 

2 dicembre 2001 - I domenica di Avvento

 

 

Il Consiglio Pastorale Parrocchiale (1)

1) Sac. Domenico Marrone, parroco ( presidente)
2) Sac. Cosimo Damiano Falconetti, vicario parrocchiale
3) Della Torre Matteo, vice-presidente
4) Dipace Salvatore, segretario
5) Acquaviva Massimo
6) Calorio Giulia
7) Capuano Lucrezia
8) Capuano Raffaele
9) Cardonia Andrea
10) Cellamare Scelsa
11) Centolanza Potito
12) Casentino Gaetana
13) Del Vecchio Anna Maria
14) Dell'aquila Maria Sabina Anna
15) Del vecchio Concetta
16) Dicono Giuseppina
17) Dipaola Mariella
18) Dipaola Sergio
19) Fanelli Domenico
20) Franco Raffaella
21) Garbetta Giuseppe
22) Locurcio Vito
23) Loscocco Nicola
24) Memeo Giustina
25) Peracco Sr. Pasqualina
26) Polione Ferdinando
27) Rinaldi Antonio
28) Riontino Michele
29) Russo Ferdinando
30) Russo Pasquale
31) Russo Savino
32) Stella Giuseppe

 


 

 

ITINERARI DI FEDE PER GIOVANI E FAMIGLIE:

ogni martedì ore 20,00: Lectio biblica per coppie di coniugi.

ogni giovedì ore 18,30: Lectio biblica comunitaria.
ogni sabato ore 18,00: "Laboratori di fede" per giovanissimi.

                      ore 20,00: "Laboratori di fede" per giovani.

 


 

 

(1) Il Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP) è stato rinnovato il 25 maggio 2001 e dura in carica 5 anni, a norma dell'art. 7 dello Statuto promulgato con decreto arcivescovile n. 277/01 del 5 marzo 2001. "Il CPP è l'organo ordinario e significativo della comunione e della corresponsabilità dei battezzati, in ordine alla vita della comunità parrocchiale. esso ha carattere rappresentativo e gode di solo voto consultivo" (Art. 2).

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