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Enciclica "Fratelli Tutti"

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Lettera Apostolica

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Presentazione della comunità
in occasione della visita pastorale del vescovo
17-22 marzo 2007

 

cristo

 

Vengo per annunciare con voi il vangelo, così ha motivato questa sua seconda visita pastorale, amabilissimo Padre e Maestro nella fede. Come non sentire in questa espressione l'eco delle parole dell'apostolo Paolo ai fedeli di Corinto: fino a voi siamo giunti col vangelo di Cristo (2Cor 10,14).


Grazie reverendissimo Padre, per aver intrapreso questa nuova visita pastorale - quattordicesima nella storia della nostra comunità parrocchiale - per ravvivare in tutti noi la consapevolezza dello splendore del glorioso vangelo di Cristo (2Cor 4,4).


Abbiamo bisogno della Sua presenza di collaboratore di Dio nel vangelo di Cristo, per essere confermarti ed esortati nella nostra fede, perché nessuno si lasci turbare nelle tribolazioni del momento presente (cfr. 1Tess 3,2-3).


Nella lettera alla comunità parrocchiale a conclusione della visita del 12-19 gennaio 2003 ci affidava alcuni impegni da coltivare per continuare a crescere nell'unità e nella comunione ecclesiale:
Possiamo darLe rassicurazione che in questi quattro anni da quella Sua prima visita abbiamo lavorato per attuare con rinnovato impegno le Sue esortazioni, cercando altresì di assecondare gli impulsi della grazia di Dio nella vita della comunità e di ciascuno.


Siamo però consapevoli che lo Sposo ha in riserva ancora tanto vino buono da riversare nelle nostre brocche (cfr. Gv 2,10), se faremo quello che ci dirà, se saremo docili alla sua Parola Come comunità e come singoli fedeli avvertiamo il fascino della misura alta della vita cristiana. Ma Le confidiamo anche la fatica a vivere la fedeltà al Vangelo, a causa del vento contrario (cfr. Mt 14,24) che soffia in questo tornante della storia sulla barca della Chiesa, ma anche sulla barca della vita di ciascun credente e particolarmente della famiglia che ultimamente assomiglia sempre più a una casa costruita sulla sabbia (cfr. Mt 7, 26-27).


Infatti, da una parte si percepisce ancora il desiderio di mettersi in gioco in relazioni mature e stabili, dall'altra, non mancano segnali di sfilacciamento relazionale, con episodi sempre più frequenti di fallimenti coniugali e di affetti disordinati.


Già da parecchi anni abbiamo attivato percorsi di accompagnamento per fidanzati, coppie giovani e adulte che attestano la sollecitudine dell'intera comunità cristiana a costruire la famiglia sulla roccia che è Cristo.


Un'attenzione privilegiata riserviamo ai giovani, spesso combattuti tra un profondo desiderio di autenticità e un irresistibile fascino dell'effimero, arte in cui la nostra cultura è abile ammaliatrice. La presenza di un giovane presbitero nella persona del vicario parrocchiale, don Michele, potrà rivelarsi promettente nel promuovere la riscoperta della fede da parte dei giovani.


Con particolare urgenza è avvertito il primato della formazione permanente perché i fedeli maturino una fede adulta, pensata e pensosa, in questo complesso e meraviglioso tempo che il Signore ci dona di vivere.


Sono molti coloro che si riavvicinano alla fede dopo anni di lontananza.
Avvertono il bisogno di una formazione esigente che nutra il cuore e l'intelligenza.
Perdurano, però, tracce di tradizionalismo religioso, emotivo e spettacolare, che resiste ad ogni proposta formativa.


La vita della comunità è segnata da un clima di cordiale e fraterna collaborazione, testimoniata prima di tutto dall'afflato di fraternità e amicizia sacerdotale di noi presbiteri che la serviamo e da un'azione pastorale concorde e unitaria con gli altri presbiteri e comunità parrocchiali della città.


I fedeli laici si sentono di casa nella parrocchia, nel rispetto dei ruoli, delle competenze e delle sensibilità. La comunione è tessuta e vissuta all'insegna delle ragioni della fede e non solo del cuore, quindi purificata da quelle tendenze troppo umane che, se prevalessero, diventerebbero ostacolo alla comunione, quali rivalità, simpatie, protagonismo, esibizionismo.


Ognuno vede valorizzati i suoi doni. Le ricchezze di ognuno, dopo diligente discernimento, diventano risorse a servizio dell'utilità comune (1Cor 12,7), e opportunità di crescita per i singoli. Come non passare in rassegna in questo momento, con animo riconoscente, tutti coloro che rendono possibile l'armonica sinfonia della vita comunitaria?

 

• Penso agli operatori della catechesi che svolgono con passione il servizio dell'annuncio della fede;
• agli animatori liturgici, i ministranti e il coro parrocchiale che si prodigano nel rendere festose e decorose le celebrazioni liturgiche;
• all'opera discreta e preziosa degli animatori della Caritas a vantaggio degli ultimi;
• alla collaborazione silenziosa e costante dei ministri straordinari della comunione nella cura pastorale degli infermi;
• alla presenza attiva e creativa dei laici di Azione cattolica;
• alla testimonianza orante degli aderenti all'Apostolato della Preghiera e della Riparazione eucaristica;
• all'opera a servizio del culto, della carità e della pietà per i defunti che svolgono gli iscritti alle Confraternite;
• agli animatori della cultura, impegnati a trasfondere i valori del vangelo nelle realtà terrene;
• agli animatori dello sport a favore della crescita sana e armonica dei giovani;
• alla generosa e non sempre apprezzata dedizione degli organizzatori della festa patronale;
• ai promotori della costruzione dell'Oratorio parrocchiale che con entusiasmo si stanno prodigando per la realizzazione di quest'opera educativa a vantaggio delle giovani generazioni;
• a quanti, nell'anonimato di una vita cristiana umile e operosa servono la causa del Regno, portando il peso delle loro responsabilità con gioia e fedeltà.

 

Come non volgere il pensiero poi a coloro di cui abitualmente avvertiamo la mancanza nella ordinaria vita della comunità?

 

• Penso agli ammalati, segnati nel corpo e nella psiche, che prolungano l'efficacia della croce di Cristo a vantaggio del mondo intero;
• ai poveri, agli esclusi, a quanto portano lo stigma della diversità, ai reietti, ai disoccupati, a quanti vivono di stenti: sono per tutti noi la spina del fianco delle nostre inadempienze sul piano della giustizia e della carità; abbiamo molto da farci perdonare da loro;
• a quelli che sono ostaggio delle catene inique della droga, dell'alcol, del gioco, del sesso, del potere, del lavoro ossessivo, della vanità, del piacere, del lusso, del denaro: possano lasciarsi incatenare il cuore solo da Cristo che è venuto a proclamare la liberazione per i prigionieri;
• ai fratelli della nostra comunità che in questo momento sono ristretti in carcere e che sperimentano la privazione della libertà a causa delle ferite che il male ha inferto a loro e, per mezzo di loro, agli altri: possano sentire la nostra vicinanza e il nostro desiderio di vederli quanto prima contagiati da un'epidemia di bene;

ai non credenti e a quanti patiscono scandalo dalla nostre fragilità di cristiani: sappiano volgere lo sguardo a Colui che è Misericordia e non a noi che siamo miseria.

 

Tutti ci siete cari e ci mancate. Vi sentiamo tutti parte della grande famiglia parrocchiale, senza distinzioni tra vicini e lontani. Unica nostra grande consolazione è sapere che ognuno ha un posto nel cuore di Dio; unico nostro grande desiderio: che Dio abbia un posto nel cuore di ognuno.


Particolare motivo di ringraziamento al Signore è che non sono mancati in questi ultimi anni i frutti della insistente preghiera al Padrone della messe (Mt 9,38). La comunità parrocchiale si è arricchita di vocazioni. È grata al Signore per il dono del diacono permanente Savino Russo, che con il suo servizio diligente e discreto, ha impreziosito di una sensibilità nuova la comunità.


Siamo altresì riconoscenti al Signore per il giovane seminarista Giacomo Capodivento, che ha avvertito il fascino dello sguardo del Maestro di Nazareth posarsi sulla sua vita e si sta lasciando portare per mano verso il ministero sacerdotale. Sentiamo la gioia e la responsabilità di continuare a sostenerlo con la preghiera e l'affetto.


Gli organismi di comunione, quali il Consiglio Pastorale Parrocchiale e il Consiglio per gli Affari economici sono vitali ed efficaci per il ministero dei presbiteri della comunità, che non mancano di avvalersi della loro intelligente e operosa collaborazione.


Qual è il nostro stile di comunità?


La nostra comunità è impegnata a vivere straordinariamente l'ordinario, la ferialità della vita cristiana. Vive l'esaltante e gravosa avventura del prendere ogni giorno la croce (Lc 9,23) e rimanere nell'amore di Cristo (Gv 15,9), nella costanza e sopportando molto per il suo nome, senza stancarsi e senza abbandonare l'amore di prima, come ammonisce il libro dell'Apocalisse (Ap 2,3-4).


È una comunità con gli occhi attenti alle sorti della città e del mondo intero, con il cuore pulsante per il destino di tutti gli uomini, con le orecchie pronte a intercettare i bisogni dei deboli, con le mani operose, impegnate nel cantiere della storia per costruire la civiltà dell'amore, con i piedi pronti a correre per portare il lieto annunzio del vangelo ad ogni uomo e a tutto l'uomo. Una comunità con lo sguardo rivolto alla patria che è nei cieli (Fil 3,20), tessendo la speranza nella trama del quotidiano, in attesa dell'incontro con il Risorto.


Con questo stile vogliamo affidarLe anche il programma pastorale che orienterà il cammino di questa comunità per i prossimi quattro anni che, sulla scia del Convegno di Verona, ci vedrà impegnati a essere seminatori di speranza con tutti i sensi e a recuperare il gusto del semplicemente vivere cristianamente.

 

Vogliamo sentirci tutti conquistati dal fascino di spargere a piene mani semi di speranza tra i solchi del nostro vissuto quotidiano. Con avvedutezza, ma ancor più con passione, per far risuonare la sinfonia della speranza.


La Sua presenza ci confermi in questi nostri propositi e ci sproni perché la verità del vangelo continui a rimanere salda tra di noi (Gal 2,5), senza che alcuno rechi intralcio al Vangelo di Cristo (1Cor 9,12).


Attraverso la Sua presenza tutta la comunità sia incoraggiata a sentirsi sempre più coinvolta nella missione della Chiesa per venire incontro con rinnovato slancio apostolico alle numerose sfide sociali e religiose dell'epoca attuale, secondo l'invito rivolto da Papa Benedetto XVI nell'udienza di mercoledì scorso ai fedeli delle Diocesi della Puglia, convenuti a Roma con i loro Vescovi in occasione della Visita ad Limina Apostolorum.


Reverendissimo Padre, non si stanchi di sollecitarci ad incontrare personalmente Cristo vivo in mezzo a noi, aderendo integralmente al suo Vangelo e alle esigenze morali che da esso scaturiscono (BENEDETTO XVI, Udienza 14 marzo 2007).


Grazie per quanto ci dirà come amministratore di Dio (Tt 1,7) in questi giorni di presenza in mezzo a noi. E sia il benvenuto.

 

San Ferdinando di Puglia, domenica 18 marzo 2007- ore 18,30

 

Il Parroco
Sac. Mimmo Marrone

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